Teatro

Settembre al Borgo: commenti e opinioni

Settembre al Borgo: commenti e opinioni

Chi ha voluto si è appigliato alla dichiarazione a scena aperta di Sabina Guzzanti, che ha definito il festival “una botta di vita per la città”. L’artista romana voleva evidentemente sottolineare l’opportunità per Caserta di trasformarsi in palcoscenico internazionale durante la durata della rassegna, ma in molti hanno frainteso. Il concetto è invece ben chiaro a Piero Chiambretti, noto conduttore e già direttore artistico di Settembre al Borgo”, che con l’ironia che lo contraddistingue ha commentato: “Settembre al Borgo è un settembre in paradiso, vista la fatica che ci vuole per arrampicarsi fin lassù. Ma poi, una volta raggiunta Casertavecchia, non si vuole più scendere perché questa manifestazione è un vero Olimpo”.
 
Mille e cinquecento presenze ogni sera, tra il teatro della Torre, il Duomo, l’Annunziata e i vicoli stracolmi di artisti di strada. La trentaseiesima edizione del festival attira tantissimi spettatori ed è proprio a loro che la Banda Osiris – che avuto l’onore e l’onere di aprire la rassegna – dedica un commento: “Noi siamo di casa qui a Casertavecchia, è la nostra quarta partecipazione. Il borgo è bellissimo, sembra di essere in Toscana, però il pubblico è molto più simpatico”.
 
Per amici di vecchia data, ci sono artisti che invece sono al loro debutto a Settembre al Borgo. Alessandro Benvenuti, per esempio: “E’ stata la mia prima volta qui. Mi avevano detto un gran bene del borgo e del festival. Com’era nello spirito di questa edizione, ho proposto una serata assolutamente inedita, costruita passo dopo passo con la Banda improvvisa, in un percorso di innovazione”.  Prima volta anche per Antonello Venditti, che sabato sera ha proposto un’inedita conversazione a tre con Federeico Moccia e Fabrizio Zampa: “E’ incredibile – ha dichiarato – che esista un posto in cui un cantante sia libero di non fare il cantante”.
 
Questo posto è il borgo di Casertavecchia, che ha incantato lo scrittore Erri De Luca: “Se si trovasse in Francia, in Spagna o in qualsiasi altro luogo, sarebbe lo scenario canonico di ogni manifestazione culturale”.
 
Sperimentazione: questa una delle parole chiave della trentaseiesima edizione del Festival che Francesca Reggiani – tra l’altro impegnata domenica scorsa in un fuori programma con Arnoldo Foà – ha definito “tra i più vivi e coraggiosi che ci siano in Italia”. La incalza Tony Laudadio, attore casertano spalla improvvisata di Goran Bregovic il 7 settembre: “Va riconosciuto il merito della direzione artistica che, in tutta la programmazione, ha puntato sull’originalità, assumendosene le responsabilità. Settembre al Borgo, quest’anno, si è rivelato un esperimento artistico di grande rilievo”.
 
E nell’ambito delle sperimentazioni, la rassegna Vicolo Corto – che ha trasformato la chiesa dell’Annunziata in una sala multimediale – è stata una delle più riuscite, con il tutto esaurito nelle sei sere di programmazione. Entusiasta Alessandro Ferrara, giovane film maker che ha collaborato alla realizzazione dell’iniziativa: “Questo Festival è stata una grande occasione per promuovere il linguaggio breve del cortometraggio, che significa libertà di espressione”.